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Educazione Finanziaria: il Consulente Finanziario

6 novembre 2017 By giovannoli

Private Banker, Promotore Finanziario, Consulente Finanziario…ne sentiamo di tutti i colori, ma a chi bisogna rivolgersi? Facciamo chiarezza

Abbiamo ancora tutti negli occhi ciò che è accaduto negli ultimi anni a molti risparmiatori italiani: persone con bassa conoscenza finanziaria che si sono affidate ad una persona di fiducia all’interno della loro Banca. Purtroppo, spesso sono state venduti ai risparmiatori prodotti spazzatura della Banca stessa: obbligazioni subordinate, titoli fallimentari, fondi in perdita costante. I risultati li conosciamo tutti: migliaia di risparmiatori hanno perso tutto, e gli Istituti in questione hanno dichiarato bancarotta.

Ma la colpa di tutto questo di chi è? Non certo di quella persona, che è infatti un Private Banker. In Italia comunemente viene chiamato Private Banker il dipendente della Banca, il quale lavora all’interno di essa, al quale vengono assegnate varie fette di clientela. Il Private è un dipendente della Banca, dalla quale percepisce uno stipendio, e deve attenersi alle direttive aziendali. Se la Banca ha delle obbligazioni (o dei titoli fallimentari) da sbolognare, lo farà tramite il Private, il quale sarà costretto a vendere ai suoi clienti questi prodotti. Qualsiasi siano le vostre esigenze finanziarie, lui dovrà fare ciò che la Banca gli impone. Non aspettatevi di entrare nella vostra Banca e ricevere una consulenza senza conflitto di interessi dal vostro responsabile, perché ciò che farà lui è la semplice vendita di prodotto, indipendentemente dalle vostre esigenze finanziarie.

Nel 1990 nasce ufficialmente l’Albo dei Promotori Finanziari, e già qui si capisce che esiste una certa differenza con la figura descritta precedentemente: il Private Banker, come dice il nome stesso, sta all’interno della Banca e ne è dipendente. Il Promotore Finanziario non ha rapporti di dipendenza con la Banca, ma è un libero professionista con partita IVA che sviluppa la propria attività autonomamente. Come da legge, può esercitare la professione solo se iscritto all’Albo, la cui iscrizione è subordinata a determinati requisiti e soprattutto al superamento di un esame scritto; la votazione richiesta per il superamento non è la semplice sufficienza, bensì 80/100, un punteggio decisamente alto. Cosa fa il Promotore Finanziario? Promuove prodotti finanziari, usando una Banca come intermediaria. Questo significa che tra la Banca ed il Promotore esiste un contratto non di lavoro dipendente ma di mandato. Ma se il Promotore non è un dipendente della Banca, come guadagna? Il Promotore guadagna in base alle performance dei prodotti venduti al cliente. E qui si sancisce un importantissima differenza con il Private: mentre quest’ultimo vende al cliente non suo, ma della Banca, dei prodotti, il Promotore lavora nell’interesse del suo cliente, proponendogli i migliori strumenti finanziari per lui sulla base delle sue esigenze. Il lavoro del Promotore è difficile e meticoloso, non può limitarsi a sfogliare il proprio catalogo e vendere un prodotto al cliente, ma deve fare in modo di dare un valore aggiunto al cliente; perché il guadagno del Promotore si basa unicamente sul guadagno del cliente, per cui se quest’ultimo perde dei soldi, il Promotore rimane a bocca asciutta. Al contrario del Private, il Promotore si accolla il rischio d’impresa: perché è un libero professionista, ha partita IVA, paga le tasse anche se ha reddito zero, e quindi deve fare tutto il possibile e anche di più per soddisfare i propri clienti.

Ma allora il Consulente Finanziario che fa? Non sono sinonimi? Diciamo che il Consulente finanziario è un evoluzione del Promotore. Dal 1 Gennaio 2018 entrerà in vigore una nuova normativa europea, la MIFID 2, che rivoluzionerà il mondo della finanza. Fino ad oggi i guadagni dei Promotori Finanziari si sono basati sulle commissioni pagate dal cliente sui prodotti da esso sottoscritti: è chiaro che con questo sistema, esistendo prodotti che pagano commissioni più alte rispetto al altri, il Promotore sia a volte incentivato a dare al cliente sì qualcosa che gli servisse, ma che pagasse anche a lui commissioni più alte rispetto magari ad un altro prodotto leggermente migliore. In parole povere: il Private vende al cliente un prodotto della Banca per cui lavora, il Promotore vende al cliente ciò di cui ha bisogno tra prodotti di vario genere ma, tra 3 prodotti che rispondono alle sue esigenze, sceglierà forse quello che gli farà guadagnare di più, anche se inferiore agli altri 2. Per questo motivo entra in vigore la MIFID 2: il Promotore non deve più promuovere dei prodotti, ma deve fare vera e propria consulenza, diventando appunto Consulente Finanziario. Non esisteranno più prodotti che pagano commissioni più alte rispetto ad altri, si arriverà finalmente alla totale assenza di conflitto di interessi tra cliente e Consulente, il quale verrà remunerato a parcella da professionista qual è, esattamente come accade quando paghiamo gli avvocati, i commercialisti, ecc. Saranno gli stessi clienti, a partire dal 1 Gennaio 2018, a fare una “selezione naturale” dei professionisti ai quali affidarsi, e potranno quindi scegliere se continuare ad acquistare prodotti della Banca (tramite il Private), se continuare a ricevere una consulenza condizionata dal conflitto di interessi tramite il Promotore, o se ricevere finalmente vera e propria consulenza finanziaria, tramite appunto un Consulente Finanziario Certificato. A voi la scelta.

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